| Ruolata tra me e Gwyneth. Non fa ridere, però è bellissima **
Lii [.: Terrazza Panoramica :.] Un’occhiata spalancata all’aria del quinto mese, getta influssi di luce agli artigli del vento. Gonfie, come polmoni senza peso, le ampie sete dell’Ombrello rigettano la potenza del ciclone. E l’aria ha uno schianto di suono che si crogiola del brulicare del Silenzio, alla piazza. Silenzio, ossessione, pura ambizione: le mani del Giustiziere Primo rimangono aggrappate al cornicione del terrazzo. Uno dei tanti che si affaccia sull’estensione prospettica di una Tkyo ammalata, mangiata dal suo interno come il cranio dal pensiero. Qui, come un tempo, quando tutto era mio. Si stringe di poco la linea degli occhi, influsso metallico che osserva come tutto e niente. Le spalle, entro cui scivolano senza logica lunghi ciuffi scuri. Le labbra appena dischiuse, di un’espressione a dir poco indecifrabile. Gwyneth [Terrazza . Cornicione] Sotto la pioggia senza riparo alcuno. Ti credi immortale, forse? Che la pioggia e il freddo non possano debilitarti, anche in una notte come questa dove il cielo piange e tutto sembra tacere. Un silenzio falso, per nulla assoluto. Le luci della città sembrano in qualche modo interrompere quel senso di quiete che si potrebbe trarre da questo luogo. E per quanto ci si voglia rendere sordi, i clacson della macchine metri e metri più sotto rieccheggiano improvvisamente nell'aere ad intervalli irregolari. Oh gwy, cosa ti spinge questa notte ad allontanarti dalla tua stanza e le coperte asciutte? Sempre la stessa risposta cara, tanti pensieri. Troppi. Ed ora ti trovi qui Gwy, giusto? Le mani che stringono il metallo del cornicione, gelido. E le iridi azzurre che osservano quella città dall'alto. Infine dei conti combatti per salvare tutto ciò, giusto Gwy? 03:19 Lii [.: Terrazza Pnoramica :.] C’è aria inquieta. Sul palato preme ancora, insistente, il sapore pieno del vino; sulla lingua raschiano i recessi dell’ultima alacre boccata di fumo, già disperso alla furia molecolare dei fasci d’aria, tutto fuorché indulgente. Esteso, annullato entro se stesso, lo sguardo del paladino metallico: questo è il tempo della tensione, quando le voci di pioggia e vento si confondono in una sola bolla di suono. Fra gli assenti filari di movimento alla piazza, non uno sfugge al magnetismo della Spia, per eccellenza. Eppure, le mani stringono con più forza la pietra dell’architettura. Le nocche sbiancano, il viso s’abbassa appena. Oh, era tutto mio un tempo. Ed ora? Ora si ordisce qualcosa di ben più grande, del comando. Non la vanagloria del potere manifesto, ma il presagio più completo e pericoloso d’un’alleanza. All’interno del luogo, rimane immobile la scacchiera di terreno impervio. Una Torre è stata eliminata, l’Alfiere in scacco al Re. Chi è, l’ombra sottile che osserva dall’alto d’un terrazzo? Nessuno, stolti. Nessuno. Soltanto saranno gli occhi, ad abbassarsi alla visuale del baratro. E si volterà il capo, la visuale della Paladina stampata tra la retina e la via da seguire. Il cellulare che verrà stretto in mano, nel menu degli sms: » Voltati a destra, e vedrai la luce! « L’invio. Poi, è Silenzio » 03:31 Gwyneth [Terrazza . Cornicione] « Un bip. Lo sguardo tarda ad abbassarsi come il suono tarda a registrarsi nei suoi pensieri. Un sms. La man lascia il cornicione per scendere e portarsi all'interno della propria giacca. Lii. Si sofferma con lo sguardo sullo schermo illuminato prima di premere i tasti per poter accedere al messaggio stesso. Lo legge. Infine anche la mano opposta si distoglie dalla cornice. I pollici di entrambe le mani si muovono rapidamente sulla tastiera del cellulare. Un messaggio che viene scritto solo a metà visto che alla fine cede. Il capo viene alzato ed il corpo leggermente si volta in direzione della propria destra. Nota così la figura di Lii. Il cellulare viene ancora trattenuto in mano, lo schermo accesso di un vivido colore arancione. Le parole solo ora si registrano, le parole proferite e così ne aggiunge di proprie » Sarai tante cose Lii, ma luce non sei... « Si sofferma un attimo. Le parole si fermano però in compenso inizia a camminare in sua direzione. » Mi chiedo se lo sei mai stato... 03:40 Lii [.: Terrazza Panoramica :.] « La luce nera ravvolta, di cui si riveste l’ora della notte, è attorcigliata ai riflessi dell’etere in pieno fermento convulso. Non una nube, nemmeno una splendida suggestione d’ombra, alla facciata di Tokyo. Ma bensì milioni, assieme alle sue lacrime caste. Frustati dall’aggressione dell’etere gli orifiamma ostentati alle mura, la seta della giacca ha solo che da rubare molecole di chiarore per rendere la visuale completa. Bestiale d’istinti, ancora troppo umano: un’ambigua Fenice, di buio ed acciaio, si moltiplica per due volte agli specchi dello schermo entro cui è racchiuso il bulbo oculare. Aggrappati, gli occhi di questa macchina antica, al baratro più sotto, nella linea ferale concessa soltanto a chi ha atteso a lungo. Pur senza sperare, pur sperando fin troppo. Si solleva l’angolo delle labbra giovanili, un ultimo sputo di vento si aggrappa alle spalle per rigettare i lunghi ciuffi scuri alla ribellione della gravità. Un passo indietro. Poi due, e le mani lasciano il cornicione tornando lungo i fianchi sottili. Quindi è il balcone, ad essere attraversato e dimenticato: soltanto la mano, al passaggio, sfiorerà l’ultimo pezzo bianco del marmo. » Potrei vantare numerose nomee senza però avere le netta vanagloria di ciò che è giusto e sbagliato. La Luce, dopotutto, non può essere brillante od oscura? « Ennesimo passo verso di Lei » E tu, dove mi metteresti? « Cinismo » 03:59 Gwyneth [Terrazza . Cornicione] « I passi della ragazza si avvicinano. Lo schermo del cellulare che porta in mano si spegna, ma ciò nonostante ella non rimette in tasca quasi si fosse dimenticato di sostenerlo. Lo sguardo d'ea non cede, e rimane fisso sulla figura di Lii che si trova diversi metri davanti a lei. Eppure i propri passi e quelli d'egli li portano ad avvicinarsi. Ascolta ciò che vien detto e sorride appena, ironico quel sorriso che si trova sulle sue labbra. Risponde alla prima frase che viene sentita alzando leggermente le spalle. » Non credere che sia una buona cosa ciò che hai detto, se dovessi basarmi solamente su ciò che hai detto per descriverti ti darei dell'ignorante senza pensarci due volte... grazie al cielo questo non è il nostro primo incontro « Risponde così, senza fermare il proprio passo. Ancora più vicina. La pioggia continua a cadere, e lei è bagnata. I capelli, il volto i vestiti. » Te sei un'ombra, vivi ai limiti della luce e dell'oscurità ma non fai parte ne di uno ne dell'altro... « Avrà ragione? Lei è sicura delle proprie parole » Perchè Lii? Mancanza di coraggio? Paura che una volta fatta tale scelta le responsabilità saranno troppe.... o forse... « Si ferma. Questa volta il viso si alza leggermente per poterlo osservare pienamente in volto » temi la tua stessa scelta, visto che neanche tu sai qual'è... uh? 04:18 Lii [.: Terrazza Panoramica :.] « Scorrono al fianco i recessi delle ombre. Senza palesarsi effettivamente, l’influsso luminoso della notte è abbacinante. Filtrano obliqui i raggi plumbei del cielo, il gioco della rifrazione viene escluso dai bianchi stucchi d’arredamento che arrivano sino all’altezza del petto. Fascinoso, nella sua limpida presentazione, la cittadina di Tokyo. Condannata ad essere erosa dall’interno, sepolto sotto chilometri di complotti, abbattuto dal pensiero. Scivola, silenzioso, il movimento dei passi. L’incedere non è quello dei ragazzi perbenisti, né quello dei ragazzi senza polso. Quanto, piuttosto, qualche cosa di complesso: natura di gatto, una belva. Fascino dell’istinto, calcolo innaturale alla mente. E gli occhi di luce piena, una tempesta resa di nuovo viva dalla prospettiva dell’incontro. Si apre, di lì ad un metro, l’immagine della Paladina di Plutone. Un sorriso, alle parole appena pronunziate » Potrei essere la Luce più Accecante. Potrei essere il Buio più Dannato. Ma, nonostante tutto, è solo in una misera parte di quest’ultimo che il mio animo scinde, e in un altro misero pezzo è nella luce. Non si può studiarmi, quando neanche io tutt’ora riesco « Un passo, allorché il corpo d’Ella si fa vicino » Tuttavia non è mancanza di coraggio. E’ semplice l’aver accettato un qualcosa che può fortificare, così come può provocar odio dalle persone che ti stanno vicino. Lo capirai un giorno, e sarà allora che mi darai ragione. Pensai, un tempo « Ed ecco che gli occhi si chiudono appena » di poter calibrare questi due fattori. Ma…Ma..è impossibile! 04:46 Gwyneth [Terrazza . Cornicione] « Continua ad osservarlo. Si chiede veramente chi si trova davanti a lei, vorrebbe confidare completamente ma sente che se così facesse in un modo o nell'altro la strada dei Paladini potrebbe essere corrotta. » Troppi forse, Lii... « Sono veramente troppi. Forse Luce. Forse Oscurità. Le cose non funzionano così » Meglio di chiunque altro dovresti sapere che non è un gioco, non si può vivere eternamente a metà tra opposti... non è semplicemente possibile, prima o poi dovrai fare una scelta,e se tu stess non puoi decifrarti la cosa è più complicata di quanto pensassi. « Questa volta la mano che sosteneva il cellulare salza, la parte superiore dello schermo vien chiuso e subito dopo portato in tasca. Non abbassa lo sguardo però. I gesti sono meccanici, non ha bisogno di osservarli per essere sicura che vengano compiuti. E la pioggia continua a cadere. A cadere, a cadere. Quando finirà? » Non ti odio, se è ciò che temi... anche se la cosa è assolutamente relativa... ma credo che « Solo ora lo sguardo s'abbassa, il volto che si gira leggermente e le iridi che si posano sul terreno bagnato che viene continuamente picchiettato dalla pioggia » le tue azioni possano deviare i Paladini, anche se sono incoscie.... abbiamo perso Acamar. Non avremmo dovuto, lei dovrebbe essere ancora tra le nostre schiere... eppure una tua semplice azione ha interrotto il fluire del tempo, ed a cosa? Sybill è tornato in vita in ogni caso... le tue azioni porteranno conseguenze ancora peggiori se di questo calibro... Lii non capisci? Sybill non sarebbe dovuto morire in primis... 04:57 Lii [.: Terrazza Panoramica :.] « Declamano linguaggio d’esteso Silenzio, i portali dello spazio aperto sull’architettura monumentale. Marmo liscio, di suggestione avversa a ciò che vi striscia sopra, alla pavimentazione. Quindi l’enormità dei cieli tremerebbe al solo suono di una voce. Così vuoto il Tempo intercorso tra i due Paladini Primi, così pieno questo solo istante di sguardo. Digrignano come i denti, gli ampi fasci di luce plumbea che s’abbattono sulle colonne al vertiginoso il divario tra il reale e ciò che invece si dice presagio. Suggestione, o semplice mistero, la presenza di due anime in una culla esteticamente antitetico. Così ideale. Lenti i passi che sterminano, lentamente, la pavimentazione. Gli occhi perennemente fissi all’immagine di Lei, di una luce mai conosciuta dalla genetica o dalla comune morale. Metallo denso, più vivo del disequilibrio. E le labbra appena inarcate, di quel mezzo sorriso che tutto e niente intende. Un enigma, Lii. Il piede destro poggia, il sinistro s’arresta. E si defila appena di lato la linea sottile del corpo, allorché le labbra sfiorano appena la spalla. Si scostano appena dai fianchi le braccia, si aprono lentamente le mani nel segno, ironico e sfacciato seppur estremamente complice, di chi mostra qualcosa. O di chi offre. La linea degli occhi mutata in qualcosa di bieco, seppur fascinosamente magnetico. Poi è la voce, calda e bassa. Sottilmente teatrale, poetica eppure cruda. Particolare. » Acamar è stata una sciocca. Sibyll, per quanto voi ne possiate sapere, è un’anima che non merita questa vita. Vuole distruggere, vuole procreare un Mondo dove non è possibile decantare gioia o dolore, ma solo meritocrazia personale! «Primo Sfogo, gli occhi che si accendono » I Paladini capiranno da soli ciò che ho fatto e perché l’ho fatto. Se non lo proveranno, non potranno mai capire assolutamente nulla. Arriverà il momento in cui capiranno che certe anime non possono far altro che essere uccise. «...» Lii [.: Terrazza Panoramica :.] [...] Arriverà il momento in cui capiranno che persino la Giustizia ha un limite! Lo capirai, Gwyneth! 05:10 Gwyneth [Terrazza . Cornicione] « Eppure le parole che vengono proferite fanno scoppiare in lei qualcosa. Lo sguardo che poco prima era tornato ad abbassarsi ora torna a posarsi sul volto di Lii. Le parole ora proferite vengon dette con forza, non trattiene nulla. » Eh smettila Lii! Non stò giustificando la causa di Sybill ne concordo con la sua visuale del mondo... ma ci limitiamo a seguire il loro esempio, dimmi Lii cosa ci differenzia tra noi e loro? Nulla. Proprio nulla. Assassini entrambi, per cause diversi. Ma nulla sarebbe realmente cambiato, visto che una volta che le tue mani di sangue si son sporcate, sporche resteranno... e non basterà tutta l'acqua di questo mondo per poterle lavare! « Si sofferma ora. Un attimo. Ha bisogno di fiato. Ha bisogno di respirare. » Erano umani, invece di basarti sul come ucciderli dovresti pensare ad un modo per dividre la loro natura aliena da quella umana... non è impossibile... forse... « L'unione dei tre talismani del sistema solare esterno. Forse. Ma anche lei deve pensare chiaramente a questa possibilità, è troppo presto per portarla a galla. Non quando non è sicura al 100%. Dunque tace. Null'altro dice. Silenzio. » 05:16 Lii [.: Terrazza :.] « Non fugge, lo sguardo. Adamantio allo stato primo, concede alla luce soltanto l’indulgenza di una pupilla ristretta allo spasimo. Non cambia la linea delle labbra, se non quel poco che basta alla bocca per ostentare un ghigno che sottintende ben più di ciò che si vede. Complice, di una potenza relegata alla mente ed all’arte sottile del linguaggio Silente. E Lei mi è innanzi. Un gradino più in basso, tanto da non lasciare che il viso abbia ad alzarsi per mantenere il contatto con quegli occhi. Quindi le braccia si abbassano, di nuovo, ai fianchi fasciati di seta. Il corpo ancora defilato appena verso destra, l’avambraccio sinistro ripiegato di poco giacchè la mano scorre al fianco. Sussurro, quindi. » Un incontro ha la segreta potenza che le parole, o la conoscenza, non possono imbrigliare. Eleganza, scienza, creazione. Tutto si fonde in un unico atomo. La mia onestà è tirannica, probabilmente: inutile negare che esista una piacevole sorpresa. « Si volge, quindi, frontalmente alla Paladina. La mano destra scivola al braccio opposto di Lei, la meccanica del contatto ha il sapore di qualcosa che non è mai stato dimenticato. Nonostante tutto. » Un Modo c’è, ma dovremo affrontare Dimensioni sopra Dimensioni. Non te ne parlerò qui, in quanto la notte scinde e la Piazza incomincia a brulicare di persone. Mi basterà sapere che tu accetta questa missione. Il resto, farà da sé « E s’abbasserà il braccio, il contatto breve sciolto » Ne riparleremo, Gwyneth! « E la notte assorbe, persino l’ultima bolla di suono. Quello della sua voce »
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